Showing results for "Henry Miller" in Biographical Fiction

"Nur eins interessiert mich wesentlich, nämlich alles das aufzuzeichnen, was in Büchern weggelassen wird." Dieser Satz von Henry Miller bringt auf den Punkt, wofür sein Roman Wendekreis des Krebses steht: die tabulose Dokumentation menschlicher Sexualität. Autobiografisch angelegt, beschreibt der amerikanische Schriftsteller, wie er in den 1930er-Jahren in Paris lebte: mittellos, freizügig, glücklich.

"Stille Tage in Clichy" schildert das Paris der dreißiger Jahre und beschwört eine Atmosphäre unbekümmerter, überschäumender Lebenslust. Miller beschreibt die prickelnde, melancholische Atmosphäre vom Montmartre, den verführerischen Zauber der Boulevards und Plätze, den Sog der kleinen Bars, das Halbdunkel der Seitengassen, den Charme der schäbigen Hotels und Absteigequartiere - jenes Paris, wo der Ich-Erzähler Joey und sein Freund Carl sich ungezwungen den Frauen nähern und trotz bitterer Armut jede Sekunde ihres Lebens genießen.

Scritto nel 1953, "Plexus" è la seconda parte del trittico "La Crocifissione rosea", un'opera scritta da Miller negli anni che vanno dal 1949 al 1960. In questa opera autobiografica Miller racconta gli anni del suo soggiorno newyorkese e del suo incontro con la sua seconda futura moglie (nel romanzo tratteggiata con il nome di Mona). Tema costante nell'audiolibro è la vocazione artistica del giovane scrittore, che da Mona viene incoraggiato con forza a scrivere, inducendolo a rifiutare ogni impiego fisso.

"Daisy Miller", scritto nel 1878, è considerato uno dei capolavori dello scrittore americano Henry James. Ritratto intenso di una giovane americana che, nella buona società europea (la trama si dipana dalla Svizzera alla stupenda e decadente Roma dei papi), viene giudicata troppo libera (se ne va a passeggio per Roma dopo il tramonto, sola con un giovanotto che non è nemmeno il suo fidanzato...) e quindi imperdonabilmente poco seria, e messa al bando; solo dopo la sua morte improvvisa sapremo, insieme al protagonista narratore, che Daisy era assolutamente innocente, non una civetta o peggio, ma semplicemente una ragazza libera, indipendente, spontanea e disinteressata, amante del passeggiare e vagabondare, oppressa dai lacci delle convenzioni sociali che imprigionavano le donne.