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Thoreau. La filosofia della Mangusta - Capitolo VII

By: Zap Mangusta
Narrated by: Zap Mangusta
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  • Summary

  • Capitolo VII - Thoreau

    Perché abbiamo bisogno di Thoreau oggi? Perché si batte per la Natura e contro le leggi che limitano la nostra libertà. Perché ama le strade periferiche e non quelle principali. Perché rifiuta tutti gli inviti atti solo a perder tempo. Perché non c'è niente di più bello che passeggiare nel bosco o nuotare. Perché la sua frase: "Bisogna succhiare tutto il midollo della vita" è uno dei più bei motti di tutta la letteratura internazionale. Perché i tatuaggi li ha sull' anima e non sul collo. Perché è un uomo tutto di un pezzo che non rifiuta di assumersi le sue responsabilità. Perché è la dimostrazione vivente che si può esser poeti e saper costruire capanne, armadi, cancelli e tavoli. Perché la sua intimità con gli animali era di un livello superiore. Perché si prende una polmonite per contare l'età di un albero. Che sarà pure una cosa stupida, ma è la maniera più poetica, altruista e generosa di ritornare da colei che ci ha messo al mondo.

    • Episodio 1 - "Poche chiacchiere e primitivo"
    • Episodio 2 - Elogio di un rustico sentimentale.
    • Episodio 3 - Un paladino romantico in difesa della natura.
    • Episodio 4 - Come scappare dalla civiltà e vivere felici nel bosco.
    • Episodio 5 - H.D. Thoreau e R.W. Emerson: I Gemelli diversi.
    • Episodio 6 - La rivoluzione negli zaini.
    • Episodio 7 - "Succhiare tutto il mirtillo della vita".
    • Episodio 8 - Thoreau e Greta: Due eco-cervelli a confronto.
    • Episodio 9 - Le edere non si avvinghiano ai cactus.
    • Episodio 10 - Un acrobata controcorrente sospeso tra aforismi e poesia.
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Episodes
  • "Poche chiacchiere e primitivo"

    "Poche chiacchiere e primitivo"

    La filosofia della Mangusta 07.01
    Oct 26 2021

    Capitolo VII - Thoreau

    Perché abbiamo bisogno di Thoreau oggi? Perché si batte per la Natura e contro le leggi che limitano la nostra libertà. Perché ama le strade periferiche e non quelle principali. Perché rifiuta tutti gli inviti atti solo a perder tempo. Perché non c'è niente di più bello che passeggiare nel bosco o nuotare. Perché la sua frase: "Bisogna succhiare tutto il midollo della vita" è uno dei più bei motti di tutta la letteratura internazionale. Perché i tatuaggi li ha sull' anima e non sul collo. Perché è un uomo tutto di un pezzo che non rifiuta di assumersi le sue responsabilità. Perché è la dimostrazione vivente che si può esser poeti e saper costruire capanne, armadi, cancelli e tavoli. Perché la sua intimità con gli animali era di un livello superiore. Perché si prende una polmonite per contare l'età di un albero. Che sarà pure una cosa stupida, ma è la maniera più poetica, altruista e generosa di ritornare da colei che ci ha messo al mondo.

    Episodio 1 - "Poche chiacchiere e primitivo"

    H. D. Thoreau arriva al mondo nel 1817, nella tranquilla cittadina di Concord, nel Massachusetts, dove trascorre gran parte della sua esistenza. Figlio di una modesta famiglia di origini franco-scozzesi, a 10 anni vince un piccolo premio letterario. Tuttavia, da giovane curioso, marina spesso la scuola per andarsene a zonzo col fratello, a godersi le meraviglie della natura. Innamorato della conoscenza, impara precocemente sei lingue, tanto che grazie ai suoi meriti studenteschi a sedici anni ottiene una borsa di studio che gli permette di entrare ad Harvard. Pratica canottaggio, nuoto e podismo e si avventura spesso da solo nel bosco, affascinato dalla natura e per niente preoccupato dalle sue insidie.

    Nella sua vita più che i sorrisi delle ragazze sembrano trovar posto le marmotte e i grilli. È attratto anche dalla cultura dei Nativi Americani, non capisce perché quel popolo venga esiliato dai suoi territori. Ottenuta la laurea va a lavorare come insegnante, ma dopo qualche mese, a causa del suo rifiuto di assegnare le punizioni corporali ad un allievo, rassegna le dimissioni. Carattere indipendente, fonda una nuova scuola, dove insieme al fratello John applica una didattica progressista. La sua pedagogia consiste anche nel far intraprendere ai propri studenti lunghe camminate nel bosco, per carpirne i segreti.

    Alla morte del fratello abbandona il progetto e si unisce al nascente movimento trascendentalista. Lì conosce il filosofo R.W. Emerson e viene preso sotto la sua protezione, trasferendosi addirittura a casa sua. Nella sua biblioteca trova letture orientali che lo appassionano e che gli fanno prendere la decisione di affrontare un periodo di isolamento. Si trasferisce sul lago Walden, dove si costruisce una capanna, e vi soggiorna per due anni e mezzo. Esplora il bosco, raccoglie dati, accoglie nella sua capanna tutti gli antischiavisti della zona. Ma a metà della sua avventura un agente del fisco gli chiede il pagamento di anni di arretrati di tasse. Rifiuta di adempiere poiché non intende sovvenzionare uno stato che riconosce la schiavitù e perciò viene incarcerato e poi rilasciato, perché una zia paga la cauzione.

    Torna nella sua capanna per finire la sua esperienza, che conclude con la scrittura di un testo che diventerà uno dei dieci libri più influenti al mondo. Poi, provato dalla tubercolosi, abbandona definitivamente il suo corpo. Il suo motto "Bisogna succhiare tutto il midollo della vita" diventa il leit motiv di generazioni di americani. Tanto che "la capanna nel bosco" dopo quasi duecento anni è ancora là, a Walden Pond, collocata vicino alla statua del filosofo.

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    23 mins
  • Elogio di un rustico sentimentale

    Elogio di un rustico sentimentale

    La filosofia della Mangusta 07.02
    Oct 26 2021

    Capitolo VII - Thoreau

    Perché abbiamo bisogno di Thoreau oggi? Perché si batte per la Natura e contro le leggi che limitano la nostra libertà. Perché ama le strade periferiche e non quelle principali. Perché rifiuta tutti gli inviti atti solo a tempo. Perché non c'è niente di più bello che passeggiare nel bosco o nuotare. Perché la sua frase: "Bisogna succhiare tutto il midollo della vita" è uno dei più bei motti di tutta la letteratura internazionale. Perché i tatuaggi li ha sull' anima e non sul collo. Perché è un uomo tutto di un pezzo che non rifiuta di assumersi le sue responsabilità. Perché è la dimostrazione vivente che si può esser poeti e saper costruire capanne, armadi, cancelli e tavoli. Perché la sua intimità con gli animali era di un livello superiore. Perché si prende una polmonite per contare l'età di un albero. Che sarà pure una cosa stupida, ma è la maniera più poetica, altruista e generosa di ritornare da colei che ci ha messo al mondo.

    Episodio 2 - Elogio di un rustico sentimentale

    La notte del 16 dicembre del 1860, H. D. Thoreau, già affetto da tubercolosi, deve uscire. Lo sorprende una tempesta di pioggia: l'impegno a cui non può sottrarsi è quello di contare gli anelli su un tronco d'albero per determinarne età. La bronchite contratta quella sera lo accompagna all'altro mondo. Al funerale l'elogio funebre viene pronunciato dal suo amico Ralph Waldo Emerson, ed è uno degli elogi più belli di tutti i tempi. Nel quale, il filosofo riassume la complessa figura di Thoreau, non risparmiandogli le critiche per il suo carattere ma esaltandone le qualità morali. Dice: "Il paese non sa ancora quanto sia grande il figlio che ha perso. Era un ribelle, un lavoratore mai indulgente con se stesso.

    Appassionato della libertà, preferiva, quando aveva bisogno di denaro, guadagnarlo con qualche lavoretto manuale, come costruire una barca o una recinzione, piuttosto che affrontare mansioni lucrose. Non aveva tentazioni: per lui una bella casa, un vestito ricercato e le chiacchiere dei salotti non valevano granché. Preferiva parlare con un nativo indiano e considerava la forma, un ostacolo alla conversazione. Per questo rifiutava inviti ma intratteneva i giovani con i racconti delle sue avventure. Era sempre pronto a metter su una caccia al mirtillo o una spedizione per recuperar castagne. Un giorno gli dissi che invidiavo gli scrittori che avevano tanti lettori, ma lui mi disse che le storie migliori non possono che raggiungere poche persone. Henry era ispido, se qualcuno gli chiedeva di passeggiare insieme, rifiutava. Preferiva farlo da solo e dedicare le sue attenzioni ai campi e alle acque azzurre della sua città. Tanto da rendere quei posti famosi.

    Non aveva tempo per chiacchierare. Le sue passeggiate nella foresta erano sacre. Poteva accompagnarti ovunque: al ritrovo dell'airone, o dentro la palude più fangosa. La sua intimità con gli animali poi era di un livello superiore. Eppure nessun college gli ha mai offerto una cattedra; nessuna accademia lo ha avuto come rappresentante, né lo ha accolto come semplice membro. Temevano la sua libertà di pensiero. In compenso oggi a Concord tutti conoscono la cultura dei nativi americani. Amava i suoi luoghi ma ne temeva il destino. L'ascia stava ormai distruggendola la sua foresta. Grazie a Dio, disse un giorno, "non possono usarla per abbattere le nuvole!" Era un poeta. La sua anima era fatta per una società più nobile. Che non ha mai conosciuto. Ma ovunque ci sia conoscenza e bellezza, io sono sicuro che Henry David Thoreau, là troverà una casa".

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    22 mins
  • Un paladino romantico in difesa della natura

    Un paladino romantico in difesa della natura

    La filosofia della Mangusta 07.03
    Oct 26 2021

    Capitolo VII - Thoreau

    Perché abbiamo bisogno di Thoreau oggi? Perché si batte per la Natura e contro le leggi che limitano la nostra libertà. Perché ama le strade periferiche e non quelle principali. Perché rifiuta tutti gli inviti atti solo a perder tempo. Perché non c'è niente di più bello che passeggiare nel bosco o nuotare. Perché la sua frase: "Bisogna succhiare tutto il midollo della vita" è uno dei più bei motti di tutta la letteratura internazionale. Perché i tatuaggi li ha sull' anima e non sul collo. Perché è un uomo tutto di un pezzo che non rifiuta di assumersi le sue responsabilità. Perché è la dimostrazione vivente che si può esser poeti e saper costruire capanne, armadi, cancelli e tavoli. Perché la sua intimità con gli animali era di un livello superiore. Perché si prende una polmonite per contare l'età di un albero. Che sarà pure una cosa stupida, ma è la maniera più poetica, altruista e generosa di ritornare da colei che ci ha messo al mondo.

    Episodio 3 - Un paladino romantico in difesa della natura

    Il futurologo Gerd Leonard nel 2019 ha detto: Siamo arrivati ad uno snodo cruciale dell'evoluzione tecnologica. Il cambiamento futuro della società diventerà esponenziale, e irreversibile. Stiamo per arrivare allo scontro essenziale: Tecnologia contro Natura. È stato calcolato infatti che nella giornata media di un individuo compiamo dalle 60 alle 150 azioni che ci mettono in contatto con la tecnologia e con la tecnica. Nel 1980 erano 20. Ma per quanto noi si possa apparire tecno dipendenti e lontani dalla dimensione idilliaca del verde, sentiamo che la natura è nostra Madre e che senza di lei non possiamo far nulla. E il Covid-19 ce lo ha confermato.

    La frequentazione della natura è di vitale importanza per il nostro corpo e per il nostro equilibrio psichico. Ma quanto sappiamo dei paladini che si sono battuti in sua difesa? Di quelli che hanno organizzato sit-in, convegni, manifestazioni, per richiamare l'attenzione sulla sua importanza? I nomi di questi apologeti ci sono sconosciuti. Sappiamo qualcosa di Greta Thunberg e nient'altro. Eppure sono tanti: eroi senza nome, gentiluomini del Creato. Tra questi ce n'è uno, poco noto in Europa, ma molto amato negli USA, un uomo difficile da classificare: individualista, anarchico, anticonformista, un filosofo-poeta che diceva di sé: "Un carattere si forgia continuamente nella corrente del mondo: è impossibile individuarlo".

    Il suo nome è H. D. Thoreau, un pensatore che ha legittimato con la pratica l'ormai abusata definizione di "ambientalista" che tutti aspirano ad ottenere. Thoreau è l'alfiere di una filosofia libertaria che si batte contro lo strapotere del denaro e si ribella allo sviluppo della civiltà che in America andava cancellando paesaggi, spazzando via etnie e culture, imponendo ritmi forsennati ad una terra che, sino ad allora, era stata attraversata più che altro dai bisonti. Thoreau contrappone agli "affaristi" il romantico "camminatore errante" che può andare dove vuole, prediligendo i boschi, le praterie, le strade dove i cartelli indicatori sono assenti e dove ad ogni bivio si prospetta un'eccitante avventura.

    Come Springsteen non ama le strade principali, preferisce quelle che non si sa dove portano, ma ricche di suggestioni. E lì che si ritrova l'essenza della razza umana, in quegli spazi incontaminati che stanno oltre il profitto, oltre il controllo delle istituzioni: quella è "la terra promessa" cui hanno accesso i "camminatori selvaggi". Questa è la storia di Thoreau, un utopista romantico che pensa che un obiettivo sincero e la fiducia di raggiungerlo siano virtù indispensabili per una vita giusta.

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    26 mins

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