Synthetics

By: Paolo Benanti
  • Summary

  • Synthetics: il mondo che cambia. Stiamo cambiando il mondo. In modo sempre più radicale. Synthetics vuole fare luce su questi cambiamenti.
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Episodes
  • Miti Sintetici
    May 24 2021

    Al termine di questo viaggio proviamo a tracciare alcune linee di orizzonte.

    Abbiamo visto come la realtà sintetica sia apparsa come il frutto di un caso, come una serendipità che ha poi catalizzato e attratto lo sviluppo economico industriale dell’Occidente. Il sintetico nasce all’incrocio di diversi fenomeni: la chimica industriale, l’economia capitalista di fine ottocento, gli interessi bellici e di stato che hanno segnato i conflitti del Novecento e la cultura di massa.

    La realtà sintetica si è svelata all’uomo come la possibilità di realizzare sostanze divenendo poi una categoria globale e pervasiva che oggi ci interroga filosoficamente ed eticamente.

    Nella realtà sintetica appare con estrema chiarezza un conflitto squisitamente etico: quello tra possibilità tecnica e possibilità – nel senso di liceità – morale. Il numero di possibilità tecniche di cui dispone l’uomo, solleva il problema del rapporto che deve sussistere fra la possibilità tecnica e la possibilità o liceità morale di applicare queste stesse tecniche.
    Alcuni sostengono una sorta di neutralità etica del mondo della ricerca scientifica, rivendicando per il ricercatore ogni forma di autonomia o di libertà morale affermando che, in quanto ricercatore, questi sia soggetto solo alle leggi scientifiche del settore in cui opera e non alle leggi morali, che limiterebbero il suo spazio operativo, precludendo anche la possibilità di pervenire a risultati e nuove scoperte. Questa visione implica l’esclusione di questo settore dell’attività umana dall’ambito della valutazione morale: in maniera esplicita o implicita tale esito è il frutto del ribaltamento del rapporto gerarchico esistente fra il valore della ricerca scientifica e quello degli esseri interessati dalla ricerca, soprattutto quando si tratta di esseri umani, sui quali vengono a ricadere eventuali danni o che vengono sacrificati in nome del valore della ricerca stessa.

    A ben vedere quindi non esiste neutralità etica per un’azione di ricerca o di sperimentazione scientifica specie per l’ingegneria genetica: questa è finalizzata al raggiungimento di certi scopi, coinvolge altri esseri e provoca su di loro delle conseguenze. Tuttavia rilevare uno statuto di non neutralità etica non significa automaticamente un giudizio morale negativo su di essa. Tale attività può risultare moralmente accettabile oppure moralmente riprovevole: compito della riflessione etica è proprio l’elaborazione di tale giudizio.

    Nei prossimi venti anni, la generazione di bambini nati nel terzo millennio, affronterà tre domande fondamentali frutto della realtà sintetica e della sua onnipresenza. La risoluzione di queste domande descriverà, nel bene e nel male, un mondo così profondamente diverso da tutto ciò che l’umanità ha sperimentato che possiamo veramente immaginare la fine di un’era e la nascita di un nuovo mondo, un universo sintetico.

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    40 mins
  • L'Uomo Sintetico
    May 17 2021

    L’idea di modificare il corpo umano non è una novità. In passato in diverse culture si sono usati i tatuaggi. Quelli che attualmente riteniamo essere i tatuaggi più antichi del mondo sono stati ritrovati sul corpo di due mummie egizie risalenti a 5.000 anni fa. Raffigurano un toro con delle lunghissime corna, una pecora nordafricana e dei motivi (forse tribali) a forma di S. La scoperta è importante perché retrodata le pratica dei tatuaggi di almeno 1.000 anni. Finora, infatti, si credeva che i tatuaggi più antichi fossero quelli della mummia di Ötzi (3370 e il 3100 a.C. ).

    Se il tatuaggio della contestazione esprimeva una divisione tra chi si ribellava e l’establishment sociale, nei decenni successivi la globalizzazione economico-culturale e il crollo delle grandi ideologie portarono a una perdita di identità specifiche. È forse in seguito a questo processo di appiattimento e omologazione che molti giovani hanno riscoperto il tatuaggio quale mezzo per distinguersi, sia come individui, sia come gruppi o bande. Il segno sul corpo lo rende unico, e pertanto diverso.

    Il tatuaggio si rivela una simbolica barriera intesa ad arginare i progressi dell’indistinto, e un personalissimo percorso sentimentale che è garanzia dell’unicità della propria coscienza.

    Questa ricerca trova una propria esistenza anche in alcune forme di piercinge di body art. Tuttavia l’avvento di quella cultura sintetica che si è generata a partire dalla seconda metà del Novecento rende oggi pensabile una nuova frontiera di modifica del corpo grazie alle tecniche avanzate di editing genetico.

    Nascono oggi i biohacker: persone e comunità che fanno ricerca biologica nello stile hacker, cioè al di fuori delle istituzioni, in forma aperta e orizzontale, condividendo le informazioni. Si tratta di esperienze in cui, tramite la rete o costruendo laboratori a cui chiunque può accedere e partecipare, si cerca di rendere la biologia più collettiva e aperta. Proprio come accade nella produzione di software open source.

    L’idea di modificare il proprio corpo, di cambiare la nostra natura umana, non è solo il frutto della possibilità tecnica (l’avvento della realtà sintetica), ma anche lo sviluppo di una cultura adeguata: ciò che abbiamo chiamato cultura sintetica.

    I progressi che le biotecnologie stanno operando e la velocità con cui si creano sempre nuove frontiere di intervento sull’uomo suscitano numerosi interrogativi e quesiti. In queste pagine analizzeremo quella particolare possibilità che le nuove tecnologie sembrano rendere possibile ai nostri contemporanei: migliorare l’uomo indirizzandone lo sviluppo verso nuove e inedite modalità di esistenza. In altri termini, realizzare l’uomo sintetico.

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    50 mins
  • Sintesi Globale
    May 10 2021

    Forse è proprio l’aspartame l’elemento sintetico che meglio rappresenta il processo storico-tecnologico del sintetico. L’aspartame è il cibo sintetico necessario per un’Occidente che ha fatto della sovrapproduzione e del sovra-consumo la propria cifra distintiva a partire dal Dopoguerra. Solo l’aspartame può consentire di continuare a gustare il dolce che soddisfa la nostra oralità e di escludere al tempo stesso il “troppo” connesso all’assimilazione delle calorie che lo zucchero tradizionale porta con sé.

    In altri termini, l’Occidente ha iniziato a consumare aspartame per poter continuare a consumare sempre maggiori quantità di cibo divenuto via via un prodotto industriale e sintetico.

    Questo processo di sintesi conosce ora una ulteriore e forse definitiva tappa: la sintesi raggiunge la vita.

    Il 5 agosto 2013 più di duecento giornalisti si accalcarono nei Riverside Studios di Londra. La folla, analoga a quella che si raduna per la presentazione degli ultimi smartphone o computer dei maggiori brand internazionali, non era però in attesa di un conglomerato prodigioso di silicio e vetro, bensì di un panino: un hamburger, per la precisione, non meno stupefacente dal punto di vista tecnologico.

    Nel corso della presentazione alla stampa i due assaggiatori raccontarono che, a parte essere un po’ meno saporito di un tradizionale hamburger – cosa peraltro incidentale e superabile – il prodotto artificiale era in tutto e per tutto uguale agli hamburger tradizionali. La stampa rispose dando enorme rilievo al fatto e coniò una serie di epiteti per questo nuovo hamburger: in provetta, di laboratorio, coltivato, in vitro, prova di principio, senza crudeltà e persino il fantasioso ed evocativo Frankenburger.

    Con lo sviluppo delle carni sintetiche ci troviamo alla soglia della nostra contemporaneità: la realtà sintetica ora si mostra in tutta la propria diffusiva problematicità. Non realizziamo solo cose sintetiche; anche la vita sembra essere divenuta un qualcosa a disposizione della tecnica, e con questa realizzabile in maniera sintetica e sinteticamente plasmabile per ottenere le proprietà o le quantità desiderate.

    L’ultima frontiera del sintetico è la nostra stessa costituzione umana. Il prossimo capitolo cercherà di indagare proprio questa ultima frontiera della realtà sintetica: realizzare l’uomo sintetico.

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    48 mins

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