Il dialogo con la gente contadina di Revelli incomincia con la primavera del 1941.
Testimonianze di cultura contadina, la pianura, la collina, la montagna, le Langhe: la fame, il lavoro infantile, l'immigrazione, la convivenza tra partigiani e nazi fascisti.
E poi l'abbandono delle montagne, l'avvento di un nuovo mondo: l'industria, i grandi allevamenti, il turismo che figura il paesaggio, nei racconti dei 270 intervistati da Revelli.
La Montagna: Testimonianze di vita contadina
Vincenzo Cucchietti, nato a Stroppo, borgata Caudano, classe 1912, contadino e operaio.
Alla politica eravamo completamente estranei. Il parroco, il segretario comunale, il medico condotto, erano le sole persone che capivano qualcosa di politica.
Noi sapevamo vagamente che Giolitti era il capo del governo, che saliva qualche volta lungo la valle, che era del partito liberale.
Ma poi le cose assumono una brutta piega.Scioperi a catena, gli operai occupano le fabbriche, la vita della nazione è paralizzata.
C'è un partito armato che si fa avanti, che approfittando del disordine si impadronisce del governo. Noi continuiamo a restare estranei ai grandi fatti che agitano il paese, noi siamo inconsapevoli di tutto, l'olio di ricino e il manganello da noi non compaiono.
Entra in carica un «direttorio» capeggiato dal podestà.
Nelle scuole ci insegnano a cantare Giovinezza, arrivano gratis i fez e le camicie nere.
Qualche anziano, qualche reduce di guerra, ci dice soltanto: «Ve ne accorgerete un giorno l'altro ....».
Nel 1935 cominciò le grane.
Con la guerra di Abissinia quattro classi vengono chiamate sotto le armi per istruzione e le classiche dovevano andare in congedo vengono trattenute.
La gente crede davvero nel Duce adesso, la propaganda fascista dopo la vittoria dell'Africa diventa più penetrante, più insistente.
Nel 1935 sono sotto le armi per il servizio da permanente, sono nell'artiglieria alpina.
Poi salta fuori la grana della Russia.
Abbiamo una grande fiducia nei tedeschi, siamo convinti che la guerra è ormai vinta.
Ci facciamo coraggio, sperando. Mah!
Tra noi contadini ne parliamo della Russia.
Abbiamo solo paura che la Russia sia un'avventura, abbiamo paura della lontananza, dell'ignoto. Sedici giorni di viaggio, poi finalmente le operazioni di sbarco.
Il generale Battisti riunisce tutta la divisione "Cuneese", sale su un’autocarretta, ci dice: "venite vicino voglio che sentiate tutti, ho delle cose importanti da dirvi» e ci parla: «Noi andremo sul Don, in pianura. Quando siamo partiti avevamo tutti il desiderio di andare a combattere in montagna, sul Caucaso. Invece gli ordini superiori dicono che noi alpini dovremo combattere in pianura.
La configurazione geografica del fronte che abbiamo da raggiungere è come questa: colline basse, intercalate da tratti di pianura. Siete contenti? Io non sono contento. Dove andremo le nostre corde manila, le nostre piccozze, i nostri scarponi chiodati, i nostri muli, non servono a niente. Noi siamo addestrati per la montagna, ma dobbiamo obbedire ai comandi superiori. E scriveremo anche là su don il nostro motto "di qui non si passa". Alpini, indossate la maglia di acciaio, chi deve dormire dorma, ma chi deve vegliare vegli. Saremo sulla difensiva, ma quando arriverà l'ordine di andare avanti andremo avanti».
Se VUOI puoi cliccare sul link che trovi qui sotto per ASCOLTARE tutti i podcast di «Il mondo dei vinti» https://penisolabella.blogspot.com/2024/10/audiolibro-il-mondo-dei-vinti-di-nuto.html
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