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Puntata finale della prima stagione. Abbiamo fatto il punto sulle principali considerazioni emerse nelle varie puntate, ci siamo divertiti a puntualizzare qualche argomento che secondo noi non aveva avuto vera giustizia, e ci siamo tolti qualche sassolino ;)

Abbiamo poi ragionato sulla stagione 2, che avrà ospiti e interviste, e si concentrerà anche su temi specifici: un po' come raccontare il mondo con gli "occhiali" della sindrome dell'impostore, approfondire i trend tecnologici e sociali, dal nostro punto di vista.

Se ti va di collaborare o partecipare ad una delle prossime puntate, scrivici!

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Siamo di nuovo insieme per una puntata imperdibile di Impostori! Questa volta, Lara, Alessio e Luca affrontano un tema affascinante e complesso: "I cattivi maestri".

In questa puntata, esploreremo le figure che ci hanno guidato e ispirato, solo per sorprenderci con cambi di rotta inattesi. Discuteremo di personaggi pubblici, icone della politica, della musica e dello sport che, nel corso del tempo, hanno tradito le aspettative dei loro seguaci.

Vi racconteremo storie intriganti, come quella di Casarini, il leader delle manifestazioni al G8, che ha completamente trasformato la sua vita, o come i calciatori che cambiano squadra, spiazzando i loro tifosi.

Quali sono le conseguenze di affidare le nostre speranze e ideali a questi "maestri"? E come possiamo riconoscere un cattivo maestro nella nostra vita?

Unisciti a noi in questa riflessione critica e appassionante. Non perdete l'opportunità di mettere alla prova le vostre convinzioni e scoprire chi sono i veri maestri delle vostre vite.

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Quando si parla di tecnologia, o peggio di AI, bisogna proprio mettere sempre e comunque l'uomo al centro, altrimenti si fa peccato, guai! Però, questo impeto rinascimentale uomo-centrico non viene quasi mai rispettato nei processi non tecno-centrici: avete mai cercato un lavoro, e avuto a che fare con le risorse umane? E in generale, con i temi di selezione del personale, del giudicare candidati o colleghi, della privacy, della gender equity, e via discorrendo. Che succede in queste situazioni?

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Proseguendo la puntata sui bias cognitivi, affrontiamo il grande tema di utilizzare "bugie" e complotti come modo per giustificare un proprio ruolo e una propria identità, proteggendosi dalle complessità del mondo esterno.

In questa puntata, parliamo delle grandi bugie della società moderna e di come stiano sabotando la nostra autostima. Da "Devi avere successo subito" a "Sei da solo contro il mondo", esploreremo come queste idee ci fanno sentire sempre inadeguati. Discuteremo anche della crisi delle comunità: perché non ci sono più quei vicini di casa pronti a darti una mano e cosa possiamo fare per ricreare quel senso di appartenenza che ci manca tanto.

Utilizzare bugie strategiche rafforza le nemesi di chi abbia la s. dell'impostore, che purtroppo cerca sempre di mantenere un profilo di coerenza "smontando" i costrutti artificiali e viziati. Tuttavia, chi vive cavalcando la "bugia" ha la forza del Crociato e una fede inarrestabile nelle proprie convinzioni: che stavolta vincano i mulini a vento contro i nostri poveri Don Chisciotte?

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In questo episodio, parliamo di comportamenti tossici. Cercando quà e là in rete, si trovano molti elenchi di quali siano le caratteristiche tossiche, vi siete mai imbattuti in qualcuno di questi? Li avete anche voi? Che effetto hanno sulle persone che li subiscono? Avete mai sentito parlare poi della "sindrome di Peter Pan" applicata al mondo del lavoro? O dell'eterna tela di Penelope?

Ecco i tratti "tossici":

• Manipolazione: Le persone tossiche spesso manipolano gli altri per ottenere ciò che vogliono, giocando sulle emozioni e le debolezze altrui.
• Negatività costante: Queste persone tendono a vedere il lato negativo di ogni situazione, scoraggiando gli altri e creando un ambiente di pessimismo.
• Criticismo e giudizio: Sono critiche e giudicano costantemente gli altri, senza mai riconoscere i propri difetti.
• Vittimismo: Spesso si pongono come vittime, attirando simpatia e attenzione, ma senza assumersi responsabilità.
• Mancanza di empatia: Non riescono a mettersi nei panni degli altri e sono insensibili ai sentimenti altrui.
• Egoismo: Pensano solo al proprio benessere e interesse, ignorando i bisogni e desideri degli altri.
• Controllo: Hanno un forte desiderio di controllare le situazioni e le persone, imponendo le loro opinioni e decisioni.

La sindrome di Peter Pan applicata alle organizzazioni invece, si riferisce a quelle aziende che mostrano una riluttanza a crescere e maturare. Come il personaggio di Peter Pan, queste organizzazioni vogliono mantenere l'energia e la libertà della fase iniziale, evitando le responsabilità e le strutture della maturazione aziendale. Questo può manifestarsi in una gestione inefficiente, mancanza di pianificazione o di vision, e incapacità di adattarsi ai cambiamenti del mercato. Le organizzazioni colpite da questa sindrome rimangono bloccate in un ciclo di perfezionamento continuo, evitando la responsabilità e le sfide della crescita o del confronto con il mercato, impedendo così il loro progresso e successo a lungo termine.

Consigli Scemi

Per la rubrica "consigli scemi", ovviamente il suggerimento è: scappate lontano!! Già, ma possiamo farlo sempre? Davvero? E siamo sicuri che il nuovo, sia immune?

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In questo episodio di IMPOSTORI, ci immergiamo nel mondo affascinante dei bias cognitivi, esplorando tre specifici tipi: il bias di conferma, l'effetto alone e il bias di autoservizio.

Bias #1 - Bias di conferma e cherrypicking

Definizione: Il bias di conferma è la tendenza a cercare, interpretare e ricordare le informazioni in modo da confermare le proprie convinzioni preesistenti, ignorando o sminuendo le prove contrarie. Il "cherrypicking" è un sottotipo di bias di conferma e si riferisce specificamente alla selezione delle informazioni che supportano una tesi, trascurando quelle che la contraddicono.

Bias #2 - Effetto alone

Definizione: L'effetto alone è la tendenza a generalizzare una qualità positiva o negativa di una persona a tutte le altre sue caratteristiche. Se una persona possiede una qualità attraente o di valore, si tende a valutare positivamente anche altri suoi aspetti non correlati.

Bias #3 - Bias di autoservizio: successi e fallimenti

Definizione: Il bias di autoservizio è la tendenza a attribuire i propri successi a fattori interni, come abilità o sforzo, e i fallimenti a fattori esterni, come la sfortuna o circostanze sfavorevoli.

Unisciti a noi in questo viaggio attraverso i meccanismi della mente umana e scopri come riconoscere e affrontare questi comuni bias cognitivi nella tua vita. Non mancheranno aneddoti personali che renderanno ancora più vividi questi concetti.

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In questo episodio, affrontiamo il tema del work-life balance, o equilibrio tra vita lavorativa e privata. Spesso sentiamo parlare di come bilanciare il lavoro con la vita personale attraverso consigli apparentemente semplici come "staccare la spina dopo le 18" o "dedicare più tempo a sé stessi". Ma la verità è che molti di questi consigli si rivelano superficiali e inefficaci.

"Consigli Scemi" sul Work-Life Balance

Quante volte avete sentito frasi come "prenditi una pausa di cinque minuti ogni ora" o "fai una passeggiata durante la pausa pranzo"? Sebbene ben intenzionati, questi suggerimenti spesso non tengono conto delle reali esigenze e pressioni della vita lavorativa moderna.

La Verità: Il Work-Life Balance Non Esiste

La realtà è che il work-life balance, inteso come una perfetta separazione tra lavoro e vita privata, è un mito. In un mondo sempre connesso, le linee tra lavoro e vita personale sono sfocate. Le e-mail e le notifiche di lavoro non rispettano orari e spesso ci troviamo a rispondere a questioni lavorative anche nel nostro tempo libero.

Unisciti a noi mentre smontiamo il mito del work-life balance e discutiamo strategie più realistiche per gestire le pressioni del lavoro e mantenere il benessere personale.

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In questo episodio, esploriamo la sindrome di burnout e le strategie per combatterla, ispirati dalle riflessioni dello psicoanalista Dr. Josh Cohen. Cohen evidenzia come la paura di non fare abbastanza e il sottovalutare l'importanza del riposo contribuiscano allo stress e al burnout. Diagnostica solo dal 1974, il burnout si manifesta spesso con cinismo verso il lavoro, specialmente nelle professioni di assistenza.

La cultura contemporanea, con le sue incessanti richieste, intensifica questo problema, soprattutto per i giovani adulti. Cohen critica la mancanza di valorizzazione del riposo e propone invece l'importanza di riconoscere i segnali di esaurimento e di ricaricare mente e corpo attraverso momenti di inattività consapevole.

Strategie di Guarigione

Per combattere il burnout, Cohen suggerisce di dedicarsi ad attività che permettano di "spegnere il cervello", come sport o musica, e di evitare soluzioni superficiali come la "mindfulness occidentale". Soprattutto, consigliare di prendersi una vacanza, non fa altro che far esplodere la situazione!

Niksen e Hygge: Approcci Nordici al Benessere

Concetti come Niksen e Hygge, dall'Olanda e dalla Danimarca, offrono strategie per rallentare e ridurre lo stress. Niksen promuove l'inattività consapevole, mentre Hygge enfatizza un ambiente accogliente per aumentare la felicità.

Unisciti a noi per esplorare queste tematiche e trovare nuovi modi per affrontare il burnout nel 2024.