È senza dubbio una brutta questione. Perché riguarda beneficenza e avidità in parti disuguali. E, come se non bastasse, la beneficenza nei confronti di bambini malati. Chiara Ferragni sta pagando per gli errori (non certo di comunicazione) commessi e credo davvero che tornerà "migliorata". La cosa che mi preme maggiormente è che, da tutto ciò, si possa trarre un insegnamento importante.

Le mie riflessioni su uno degli argomenti quasi impossibili da evitare in questi giorni, i Ferragnez. Crisi o no, auguro loro la serenità che, in questi giorni, credo possa rivelarsi particolarmente preziosa. A noi, invece, auguro che, questo come altri argomenti che riguardano la vita privata sui social, ci serva per comprendere i benefici ed i rischi della sovraesposizione mediatica.

La posizione della donna nella nostra società è cambiata grazie alla consapevolezza personale, non al tempo che passa ("siamo nel 2020...", ecc.). Dobbiamo essere le prime a comprendere che il nostro ruolo va ben oltre le mura domestiche. Dobbiamo smetterla di lamentarci ma accettare di farci mantenere o accettare la corte di uomini che, se non fosse per i loro soldi od il loro potere sociale, non riempirebbero mai i nostri pensieri. Siamo noi le prime a doverci tutelare, proteggere e a dare valore a noi stesse. Siamo noi le prime a dover riflettere prima di scendere a compromessi pericolosi. L'orco è sempre in agguato e fiuta la debolezza, sociale ed economica, della sua preda.

Ho sempre pensato che i risultati sull'economia (ed in generale il mantenimento delle promesse) fossero la cosa più importante in un uomo politico. Poi è arrivato Trump.

Siamo in un momento davvero critico per il nostro Paese: un nuovo lockdown metterebbe a repentaglio la vita di tanta, troppa gente che, a stento, è sopravvissuta al primo. Ma non possiamo permettere che il perverso (e criminale!) divertimento di pochi sposti l'attenzione di autorità e forze dell'ordine. Il Governo deve implementare restrizioni giuste che solo gli esperti potranno suggerire; ma deve garantire ai cittadini di potere vivere dignitosamente se si dovesse raggiungere la conclusione che un nuovo lockdown è inevitabile.

Dopo avere bene osservato il polverone mediatico lasciato dal "coming out" di Gabriel Garko, voglio condividere con voi le mie riflessioni a riguardo.

La mia perplessità nasce principalmente dalla marea di menzogne sistematiche, inventate per un fine di pura attenzione mediatica e con l'unico scopo di creare del gossip leggero che coinvolgeva però la vita reale di persone reali. E tutto ciò per diventare famosi. Credo che questo contesto abbia offuscato quello che poteva essere un momento importante, non solo per Garko.

Un primo dibattito presidenziale (forse l'ultimo?) ripieno di aggressività, insulti, mancanza totale di controllo e disciplina e "ordini" in codice per suprematisti bianchi.

Le nostre energie devono essere spese per far sentire la nostra voce, manifestare il nostro disappunto e combattere le battaglie che abbiamo il diritto ed il dovere di combattere, riconoscendo le giuste priorità. Fin da molto giovani.