La macchina infernale del Fieschi, la mitrailleuse Montigny, ma soprattutto le micidiali invenzioni di Richard Gatling e Hiram Maxim: Roberto Saviano racconta l’invenzione delle prime mitragliatrici, talvolta poco più che bizzarri congegni, talvolta, invece, macchine dalla potenza devastante che tracceranno la strada per la creazione di armi sempre più leggere, e sempre più letali.

Il piccolo Mikhail nasce nel villaggio contadino di Kurya, territori russi dell’Altaj. La famiglia Kalashnikov mette al mondo diciassette figli, ma alcuni di loro cadono sotto i colpi del freddo, della fame, e del regime comunista. Mikhail, che tutti chiamano Misha, sopravvive. È un precoce e dotato inventore. Un giorno sarà lui a rendere il proprio cognome la parola russa più famosa nel mondo.

Mikhail lavora al prototipo della sua mitragliatrice, che verrà in seguito chiamata AK-47. Si tratta davvero del lavoro di un singolo, o è piuttosto il frutto degli studi di un team di scienziati e ingegneri? Il sergente Kalashnikov non ha avuto vita facile, per indossare una divisa ha dovuto mentire molte volte sul proprio passato. Su quante altre cose ha mentito? Nel successo del Kalashnikov, quanto ha contato l’innovazione e quanto, invece, la politica, il marketing, lo storytelling del regime comunista?

Salvador Allende, presidente cileno democraticamente eletto, si uccide con un kalashnikov nel 1973 durante il golpe di Pinochet sostenuto dalla CIA. Fidel Castro aveva avvertito Allende del rischio di un colpo di Stato e gli aveva regalato il fucile: proprio quel Kalashnikov che usa per suicidarsi. Qual è il piano ordinato dagli USA per far cadere Allende? Di cosa è capace la CIA pur di annientare lo spettro del comunismo? Talvolta, il beneficio di un popolo comporta la catastrofe di un altro.

In Uganda, la mistica Alice Lakwena guida un esercito credendo di essere protetta da spiriti e pietre magiche, ma viene sconfitta. Poi emerge Joseph Kony, ex chierichetto divenuto sanguinario leader dei ribelli dell'LRA che arruola bambini soldato. In Sudan, il piccolo Emmanuel assiste agli orrori della guerra civile e diventa un bambino soldato. Lui e i suoi amici, per sopravvivere saranno costretti a prove disumane e crudeli. Ma il destino riserva spesso sorprese inaspettate.

Il conflitto vietnamita vede i fucili d'assalto AK-47 sovietico e M16 americano fronteggiarsi sul campo di battaglia, così come i Paesi che li imbracciano e i sistemi economici che rappresentano: comunismo e capitalismo. Il fucile americano è progettato in fretta e furia, quello russo è in uso già da molti anni. Eppure, tecnicamente, l’M-16 è un fucile molto superiore. Scienziati e produttori lo assicurano. Nessuno si aspetta ciò che accadrà quando le armi simbolo delle due superpotenze si scontreranno nella giungla vietnamita.

L'attentato di Settembre Nero alle Olimpiadi di Monaco '72 trasforma gli equilibri nazionali, ma trasforma anche il kalashnikov: non più fucile degli oppressi, riscatto del debole contro il potente, ma strumento di rappresaglie contro civili disarmati, icona di terrore rivolta contro cittadini inermi, persone innocenti che mai hanno imbracciato un’arma. La Germania, ormai libera dalla pesante eredità nazista, vuol dare una nuova immagine di sé: le maglie della sicurezza si allargano, l’accoglienza si trasforma in imprudenza.

Gli attentati di Parigi 2015 sanciscono definitivamente il contagio europeo del Kalashnikov. La Francia viene scossa da un’ondata di terrore, piombo e sangue si riversano per le strade e dentro il locale Bataclan. Anche i Paesi come la Svezia, considerati immuni dalla piaga del Kalashnikov, conoscono una violenza inedita ed efferata: gruppi di ragazzini si affrontano fra loro a colpi di granate e mitragliatrici, comandati da personaggi spietati come la volpe curda e Ismail la fragola.